La madonna dei filosofi by Carlo Emilio Gadda

La madonna dei filosofi by Carlo Emilio Gadda

autore:Carlo Emilio Gadda [Gadda, Carlo Emilio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2016-02-28T23:00:00+00:00


La Madonna dei Filosofi

I.

Mi rincresce di cadere nel convenzionale, ma è proprio andata cosí.

Metà strada fra Boffalora e Turbigo c'è una strada che traversa: e da una banda si sperde fra salci ed altissimi pioppi verso il Ticino: e dall'altra, con forte salita, valica lo spalto boschivo segnante, nella coltre fonda della pianura, l'erosione del fiume.

Voltando e salendo di lí, si arriva col fiato grosso a una torre di mattone bruno, merlata, con un tetto di tegoli bruni. E intorno tetti e altri muri di mattone fra gli alberi, con buchi allineati, con nidi di rondini e strida nei rossi tramonti. Il fossato rivela un'antica munizione: i merli sono ghibellini di forma e lombardi di sostanza: lombarde le cornici di cotto alle bifore. I canti dell'edificio speronati di granito grigio, d'un impasto assai ruvido: serizzo de' trovanti morenici: e inchiavardati di ferro.

Questa bicocca la chiamano Castelletto e anche sulla guida del Touring c'è Castelletto, da non confondersi con l'altro Castelletto sul Naviglio Grande, fra Abbiategrasso e Gaggiano. E i saputelli dicono che fu schiaffata lí da non so che Bernabò Visconti, per tenere in rispetto non so che lazzeroni di allora, ché anche allora pare ce ne fossero in giro piú d'uno, in quel sito lí, come in altri. Difatti ci riuscí: e il Ducato di Milano fu un ducato solo, invece di cinquecento cinquantacinque ducatini, vuoi di Gaggiano, vuoi di Sedriano: finché fu collocato a riposo, dico Bernabò Visconti non il Ducato, dal suo nipotino Gian Galeazzo.

Ma altri saputelli sentenziano che «L'ala destra deve essere stata rifatta in epoca posteriore». Che bravi! Le finestre han cornici barocche di pietra grigia, e fra la seconda e la terza del primo piano, sopra un bel balcone di ferro battuto, e panciuto, c'è dipinta una Madonna che appare benedicente a San Carlo Borromeo. Non si sbaglia piú. Sullo sfondo, sotto un livido cielo, una fila di rognosi pestilenti. Questa Madonna è, come pittura, di mano abbastanza buona e tutto l'affresco di buon disegno e colore, sebbene un poco sgretolato dai diluvi: e davanti, retto da una mensola di ferro, c'è un lumino rosso, ma bel grande, con dentro uno stoppino che non finisce piú, ed è sempre acceso, estate e inverno, e non c'è mai pericolo di trovarcelo spento.

Raccontano una storia, che quella mensola e quel lume rosso fossero un ex-voto d'un gran dottore e letterato di «quei tempi là» che nei pressi del castello, una notte, era stato aggredito da tre tipastri della razza appunto di quelli a cui Bernabò Visconti gli piaceva di cantargliela chiara: «o dentro, o fuori»; e il fuori era un po' lontanuccio. La ragione pare che fosse che costoro lo volevano sposar per forza a una loro megera detta la «bella strega». Questa, che mesceva a un piccolo posteggio sulla strada di Vittuone, era riuscita a togliere il senno a quel grandissimo dottore, che ci passava in carrozza ed anche a cavallo, nel venir da Milano, ché solo a Milano ci possono essere dei letterati cosí.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.